Con il Franchetti abbiamo sempre qualcosa di molto speciale, una rarità assoluta grazie a questa composizione molto particolare di vitigni. In gioventù, con il 50% di Petit Verdot, offre una speziatura esplosiva, nera, brutalmente intensa ma senza grassezza o marmellata, chiuso e respingente con frutta inizialmente contenuta e completamente orientato verso il lato speziato. Troviamo pepe, stecca di cannella, chiodo di garofano, qualche fiore aromatico sul finale. Nel complesso un cavallo selvaggio testardo che butta giù ogni cavaliere inesperto. Semplicemente tutto troppo, troppo faticoso.
Dopo qualche anno in cantina (qui già invecchiato 4 anni) il morbido, secco elegante, complesso e armonico vitigno Cesanese di Affile arriva alla sua espressione. Rosso rubino con sfumature viola si fa strada attraverso il nero del Petit Verdot. Il Cesanese può rappresentare per il Petit Verdot, similmente a quanto fa il Cabernet Franc, un antagonista fine e complesso. Il Nerello Mascalese, originario del vulcano, sarebbe stato semplicemente schiacciato come partner, e il Cabernet Franc avrebbe avuto troppi problemi di maturazione in alta quota. Il vino mostra un nucleo potente e speziato al palato, inizialmente senza aromi fruttati specifici, forse un po' di ribes secco o mirtillo rosso, poi si aggiunge un nucleo dolciastro e un enorme cuscinetto di tannini morbidi, un po' di ciliegia in crema balsamica con un tocco di chiodo di garofano e stecca di vaniglia dietro. Che vino incredibilmente insolito, ma così affascinante! Andrea Franchetti, che possiede anche la cantina cult Tenuta di Trinoro nella zona del Brunello, ha un talento incredibile per il terroir e i vitigni adatti. Etna e questo vino creano una dimensione diversa.