Mentre altri lavorano le loro vigne, Hubert Soreau visita il suo Clos. La differenza è significativa.
È un luogo isolato, e questa sensazione è piacevole. È un uomo tranquillo che agisce con consapevolezza. Come buon osservatore valuta la forma di ogni singola vite nel vigneto. Nel suo Clos l'Abbé le conosce tutte e le tratta come individui. Il suo vigneto non è un vigneto, ma un giardino, e i muri circostanti conservano la sua storia, iniziata con i monaci che molti secoli fa producevano il loro vino.
Con pazienza e diligenza Hubert Soreau ha ridato vita al passato. Mentre le botti di rovere producono il vino fermo, le bollicine si formano durante la fermentazione in bottiglia sotto il tappo. Da lui non ci sono slogan vuoti o idee, lavora in modo preciso e meticoloso secondo la tradizione. Il segreto di come il vino diventi champagne si svolge nell'ombra silenziosa della cantina. Qui Hubert ha fatto del tempo il suo alleato, affinché i suoi vini possano esprimersi pienamente.
Nel bicchiere il vino parla per Hubert. Tre parole, uno sguardo e poi... un vino pieno, ben strutturato, potente e sottile, con una certa finezza. Come le bollicine che salgono attraverso il vino per sbocciare sulla sua superficie, le bollicine di un Clos sono un sussurro, una preghiera segreta di gioia.
Per quanto riguarda Hubert Soreau, posso confermare che nella produzione del suo champagne Clos l’Abbé è meticoloso come un orafo. Le sue uve Chardonnay crescono su tre piccole parcelle dello storico Clos l’Abbé vicino a Épernay (un tempo i vigneti recintati o murati più antichi della Champagne, come dimostrano antichi documenti che attestano la coltivazione di viti già nel IX secolo). Personalmente amo lo Chardonnay. Mi sorprende sempre con note e aromi inaspettati. Può essere sottile e riservato, denso e lento, potente o delicato, con aromi di burro, limone, fiori e vaniglia, minerale o succoso... Forse dovrei scrivere al plurale e dire che mi piacciono gli “Chardonnay”. Naturalmente esistono anche Chardonnay completamente noiosi sul mercato, perché non è un vitigno MAGICO che produce automaticamente vini straordinari. Bisogna trattarlo con un certo rispetto affinché ci regali un vino che onori il suo nome.
Nei vigneti e nelle cantine di Hubert questo è davvero il caso: potatura in stile “Chablis”, nessun erbicida, uve raccolte a mano, pressatura delle uve intere in una pressa verticale, fermentazione in botti di rovere, fermentazione in bottiglia (prise de mousse) secondo il metodo tradizionale con tappo naturale... E almeno tre anni di affinamento in bottiglia prima che Hubert pensi di tirare fuori i vini dalla cantina.